Il futuro dell’agricoltura sociale
Creare un modello unico di agricoltura sociale. Questo il sogno di Coop4work, progetto nato in seno a Irecoop Veneto, Ente di formazione e consulenza promosso da Confcooperative Veneto. Coop4work, così come dice anche il nome, intende concentrare la sua attenzione proprio nell’ambito sociale delle cooperative agricole sociali, con un focus particolare
sull’inserimento lavorativo. Il progetto con le sue ambizioni è stato al centro dell’incontro tenuto venerdì 21 febbraio, a Villa Italia (Padova). Incontro che vuole essere il primo di una serie.
“L’inclusione sociale attraverso l’agricoltura offre opportunità molto ampie di integrazione e di inserimento e può essere una risposta molto appropriata ai bisogni del territorio” spiega Roberto Baldo, presidente di Federsolidarietà del Veneto, parte in causa del progetto insieme a Confcooperative Veneto, rappresentata dal presidente Ugo Campagnaro. “Coop4work nasce con l’obiettivo di creare una rete, un confronto stabile e duraturo tra i vari attori – sottolinea Paola Spinuso, responsabile dell’area agroalimentare Irecooo Veneto – la finalità è quella di conoscere e far conoscere l’agricoltura sociale. Coop4work
vuole essere un logo inteso non tanto in senso grafico ma come identità“.
Agricoltura e sociale sono due mondi che storicamente hanno lavorato insieme. Poi si sono messe di mezzo l’industrializzazione e la meccanizzazione che hanno portato ad un arresto. Oggi però c’è una ripresa come è emerso dallo studio condotto da Jacopo Sforzi, ricercatore Euricse: “Oggi siamo di fronte ad una maggiore sensibilità verso le produzioni
agricole stesse (biologico, consumo critico) e anche i consumatori sono più attenti a cosa sta dietro ad ogni prodotto. Questo dà l’opportunità di tornare a produzioni di tipo manuali, offrendo quindi nuove opportunità di inserimento lavorativo anche a soggetti che hanno tipologie di svantaggio. Si riaprono quindi spazi per modificare le produzioni agricole ma per farlo è fondamentale coinvolgere il mondo sociale“.
Di fatto esistono già in Veneto delle realtà che da tempo lavorano in quest’ottica (sono 27 le fattorie sociali censite registrate nell’elenco delle fattorie sociali della Regione Veneto). Ne è un esempio Conca D’oro, fattoria sociale inserita nel Bassanese: “Lavoriamo dal 2006 sia nella produzione agricola sia nella multifunzionalità dell’impresa agricola con i servizi connessi (ristorazione e trasformazione) – spiega Luca Comunello, vice presidente di Conca D’oro- A questo abbiamo unito anche la parte A della cooperativa, la parte che si dedica ai servizi con una comunità alloggio e un servizio sperimentale alternativo ai centri diurni. Abbiamo quindi un progetto avanzato rispetto all’agricoltura sociale. Attività che hanno la finalità di creare sostentamento e uno scenario più diffuso possibile per quanto riguarda l’inserimento lavorativo e sociale“.
Una delle criticità però è rappresentata dalla carenza di risorse: “Grazie ai fondi del Psr si possono investire somme importanti per la ristrutturazione – spiega Giuseppe Pan, assessore regionale all’Agricoltura del Veneto, intervenuto all’incontro – Quello che manca è uno strumento utile per pagare queste persone svantaggiate che però sono occupate nell’agricoltura . Proprio per questo c’è un dialogo aperto con l’assessore al Sociale e alla Sanità Manuela Lanzarin per costruire assieme un progetto ad hoc.”