Fattorie sociali, eccellenza e biologico: obiettivi, approcci, mercato

Durante il quarto evento del progetto Coop4Work, gli interventi dei relatori si sono concentrati sulla capacità di produzione di beni d’eccellenza all’interno delle fattorie sociali e di altre realtà simili. 

Le ricadute positive delle eccellenze biologiche

Cristina Micheloni, agronoma e ricercatrice, ha spiegato che, nelle attività a conduzione biologica, il prodotto rappresenta soltanto il risultato finale di un processo produttivo speciale, che ha un forte impatto sulla società.

Infatti, oggi non si può parlare più solo di salute: è necessario affrontare allo stesso livello il tema del benessere (nel suo significato letterale di “stare bene”). Il benessere è un obiettivo irraggiungibile per il singolo individuo, ma più avvicinabile come comunità.

Il concetto di One Welfare, sviluppato in zootecnia e ormai diventato di uso comune nelle questioni più generali, evidenzia le forti connessioni che esistono tra il benessere delle persone, degli animali e dell’ambiente, a rappresentazione del fatto che vivere biologico non significa solo mangiare bene. L’agricoltura biologica rappresenta la soluzione ideale a questioni come l’obesità e la gestione dei rifiuti, e per questo motivo l’educazione alimentare nei primi anni di vita dei bambini ricopre un ruolo fondamentale. Con le parole della dott.sa Micheloni: «Per avere dei cambiamenti significativi nel settore agricolo, dobbiamo cambiare le nostre abitudini alimentari e la nostra filiera produttiva.»

Nelle fattorie sociali il biologico rappresenta una scelta naturale che permette di unire diversi aspetti in un unico contesto, promuovendo capacità collettive e individuali, e allo stesso tempo producendo lavoro e reddito. Riuscire a fare biologico su larga scala, poi, porta diversi benefici anche al suolo, che ci permetterebbero di mangiare bene, con una distribuzione alimentare che non lascerebbe indietro nessuno e senza impatti ambientali negativi. L’agricoltura biologica è una soluzione chiave anche per quanto riguarda la riduzione dell’emissione dei gas serra, la gestione della fertilità del suolo, la de-marginalizzazione dei territori, il riciclo dei nutrienti e la resistenza agli antibiotici negli uomini.

Il biologico come valore per la comunità

L’intervento di Franco Zecchinato, presidente della Cooperativa Agricola El Tamiso, ha affrontato le diverse problematiche legate all’agricoltura e le difficoltà di chi lavora la terra. La soluzione a queste difficoltà, secondo Zecchinato, può e deve passare dal sistema cooperativistico, che rappresenta un ottimo strumento per contrastare alcuni rapporti di iniquità della filiera.

Con agricoltura biologica non s’intende soltanto la produzione di verdure e ortaggi. Si parla soprattutto di scelte di vita, di valori e sfide importanti che ci coinvolgono tutti. Per questo motivo il valore va riconosciuto come tale e non come prezzo, perché, se così fosse, il biologico non vincerebbe mai.  Conclude Zecchinato: «Dobbiamo ricercare nella società coloro che hanno la cultura di fare le scelte legate non al prezzo ma ai valori. Noi cittadini dobbiamo essere utili a stili di vita sostenibili.»

Per fare la differenza dovremmo quindi impegnarci ancora di più a comunicare temi come la responsabilità sociale, la biodiversità, la fertilità del terreno e la bontà del cibo

Quanto è importante comunicare la propria identità

Proprio sul tema della comunicazione si è concentrato l’intervento di Renzo Eliseo, consulente marketing di Sinfonialab. L’identità di marca, cioè la percezione che il consumatore ha quando sente, vede, legge di un determinato servizio o prodotto, rappresenta un fattore differenziante fondamentale.

Per affrontare la sfida della riconoscibilità e della differenziazione dobbiamo essere consapevoli che, oggi più che mai, i brand vengono equiparati alle persone: dobbiamo quindi raccontarne l’aspetto, il carattere, i valori, i limiti e i pregi. Spiega Eliseo: «Il mercato è profondamente cambiato perché sono cambiati anche i consumatori, i quali non comprano più solo prodotti ma anche storie, ricordi e speranze.»

Per questo motivo è molto importante che i produttori agricoli raccontino in modo aperto e autentico i valori e le caratteristiche che meglio rappresentano le loro attività. Questi elementi concorrono a determinare il valore del brand, ossia la differenza di prezzo che il consumatore è disposto a pagare per avere uno specifico prodotto, rispetto a uno equivalente con il logo di un’altra azienda. Va da sé che il valore del brand incide profondamente sui ricavi aziendali.

Non a caso la responsabilità sociale d’impresa è stata un argomento di enorme conversazione del 2020-2021, a rappresentazione del fatto che oggi c’è una sensibilità maggiore ai prodotti e il pubblico è più sensibile ad argomenti come l’agricoltura sociale e la sostenibilità.