Fattorie sociali: agenti di sostenibilità e circolarità

Nel corso del quinto evento del progetto Coop4Work, i relatori Tommy Meduri e Antonella Manuli hanno affrontato due aspetti chiave dell’agricoltura biologica: la sostenibilità ambientale e l’innovazione tecnologica.

Gli interventi dei due relatori hanno fornito degli ottimi spunti di riflessione e sono giunti a un’interessante conclusione: la sostenibilità ambientale porta con sé anche quella sociale ed economica.

La sostenibilità ambientale come valore imprescindibile

Tommy Meduri, Consulente Ambientale con un background accademico in scienze ambientali, si è concentrato sull’importanza della sostenibilità a livello sistemico e cooperativo.

La sua riflessione è partita da una considerazione: preoccuparsi della sostenibilità non significa solo allarmarsi per l’estinzione di alcune specie animali ma anche interrogarsi su quale sarà la direzione intrapresa dall’agricoltura e dal settore agroindustriale nel prossimo futuro. Il tema è già stato affrontato in passato ed è quanto mai attuale e alcune aziende virtuose sono già sulla giusta strada e stanno cercando di contribuire alla riduzione degli impatti della propria produzione nel settore.

L’intervento ha approfondito vari concetti, dall’approccio dell’economia circolare teorizzato dalla MacArthur Foundation alle 5P che rappresentano l’incremento etico dello sviluppo sostenibile, portando anche all’analisi di alcuni casi studio. Basare la propria attività sullo sviluppo sostenibile che trova il suo fondamento nelle 5 P consente di “poter sviluppare un sistema che adotta una complessità simile a quella naturale”. Meduri sostiene che in questo modo sia possibile “ottenere un miglior utilizzo possibile di tutti gli scarti di produzione e di efficientare tutti i processi di scambio tra aziende”.

L’innovazione continua per raccontare la propria mission aziendale

Antonella Manuli, Founder della startup agricola Fattoria La Maliosa, si è invece concentrata sulla sua esperienza: l’azienda è stata la prima a sviluppare un progetto di blockchain nel settore vinicolo.

Situata nel territorio della Maremma Toscana, La Maliosa ha sviluppato un metodo (il cosiddetto Metodo Corino, che prende il nome da uno dei suoi due ideatori) in grado di garantirle grande innovazione dal punto di vista agronomico. Questo metodo prevede un ciclo chiuso completamente vegetale che consente di utilizzare tutto il materiale che l’azienda produce senza introdurre concimi o sostanze derivanti dagli animali.

La Maliosa è riuscita a unire un metodo che rispetta l’unicità e la natura del territorio all’innovazione tecnologica: grazie al progetto di blockchain, l’azienda è in grado di comunicare al cliente in modo trasparente e autentico tutte le informazioni riguardanti il suo processo produttivo, i suoi valori e la sua identità. Come garantisce Manuli, “tutte le informazioni sono state certificate da un ente terzo. La blockchain è una garanzia per il consumatore”.